UNO SPAZIO VERSATILE RICONSEGNATO ALLA CITTÀ
IL RISTORANTE.
VITANOVA
AL LIDO CLUANA
VITANOVA
AL LIDO CLUANA
Una nuova avventura, un nuovo percorso, una nuova fase, per noi e per Civitanova.
Vitanova è l’istante, quello in cui, come un lampo, si decide di avviare un nuovo progetto, di osare, sconvolgendo la propria quotidianità. Vitanova è un luogo, quello fisico e dell’anima, dove riscoprire la storia e scriverne di nuove. Vitanova è quello spazio di tempo dove ritrovare e ritrovarsi e concedersi un piacere.
IL LOCALE.
Un accenno agli anni ’20, il design dal gusto contemporaneo, la natura che, come in un giardino d’inverno, irrompe negli spazi interni vestendoli di kenzie in stile Belle Époque.
Progettato dall’architetto Filippo Dini, lo spazio rispetta la natura anni ’20 dell’edificio senza però ricreare un locale storico. Il vero obiettivo è quello di incarnare lo spirito della cucina e la sua filosofia.
La stagionalità, che si manifesta con un doppio ingresso pensato in maniera differente per l’estate e per l’inverno. Il mare e la terra, che dialogano nell’area blue grill, unico affaccio all’intimità della cucina, dove convive il mondo acquatico del pescato di giornata e il caldo delle braci e dell’affumicatura di carni e verdure.
Il mare stesso che un tempo lambiva il lido, rivive nella scelta cromatica che vira sui toni del verde delle acque più cristalline, negli oblò che attraversano le porte, nelle veneziane di legno di noce dal gusto nautico che filtrano scenograficamente la luce solare nell’arco della giornata e nell’avvicendarsi delle stagioni.
L’area bar con i divani e le sedute thonet in paglia di Vienna, l’ampia sala da pranzo, il dehor esterno, la terrazza superiore, il mezzanino, la sala privata per una cena a due o un meeting di lavoro.
Uno spazio versatile, riconsegnato alla città, affinché viva tutta la giornata, dalla colazione al dopocena.
LA STORIA
Era il 1922 e, dove oggi sorge Vitanova, all’epoca le onde del mare bagnavano il primo stabilimento balneare di Civitanova, lo Chalet Miramare. Siamo al Lido Cluana prima che un incendio nel 1930 ingoiasse tra le fiamme quel luogo che era stato capace di regalare tanto relax e piacere.
Dalle ceneri dello chalet, nel 1933 nascono le Palazzine del Lido Cluana, due edifici gemelli progettati dell’ingegner Gaetano Caradonna, che si dispongono simmetricamente all’antico asse che congiunge il Palazzo Comunale Sforza-Cesarini al mare attraverso Piazza XX Settembre. Ultimi scampoli di Liberty si affacciano nelle decorazioni dei fronti e quell’atmosfera elegante e godereccia che pervade tutti gli anni Trenta diventa di casa proprio negli spazi del lido.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Lido Cluana spegne le sue luci per poi riaccenderle nel dopoguerra per illuminare le serate in riva al mare tra cocktail e musica. Ma come nei migliori film nostalgici, i colori sbiadiscono sino al bianco e nero per poi farsi buio. La vita del Lido si arresta e solo nel 2003 vengono avviati i restauri che riconsegnano alla storia e a Civitanova uno dei luoghi simbolo della città.
Oggi, quasi a percepire ancora le risate e l’eleganza di quei tempi, la convivialità del ritrovarsi tra amici e affetti, torna il brillio di una vita nuova.
LA CUCINA
In ogni piatto c’è un’esperienza da vivere, un viaggio da intraprendere.
Quello nei ricordi e nelle tradizioni e quello alla scoperta di sensazioni nuove e di contaminazioni. Nella cucina degli chef Andrea Mosca e Deborah Caranti c’è forte questa consapevolezza, quella che il cibo è capace di evocare sensazioni intense.
Per questo abbiniamo alla calda certezza della tradizione, lo studio e la ricerca continua nella cucina di ieri e in quella di oggi. Diamo grande attenzione alla qualità dei prodotti, alla freschezza del pescato che concepiamo anche nell’ autenticità dei crudi di mare, alla stagionalità dei prodotti e delle materie prime.
Ma la qualità va anche oltre la cucina e si manifesta nell’ attenzione che pretendiamo per ogni dettaglio, non ultimo quello dell’accoglienza e del servizio. Anche nella più piccola degustazione di un piatto ci deve essere tutto questo.
Un attraversare la storia, un’esplosione di conoscenze condivise e ricordi individuali, una finestra sul domani, una scoperta da fare comodamente seduti al tavolo.